Saro Puma

Saro Puma (Ribera – Agrigento, 1963)

Ha lavorato in ambito psichiatrico per 28 anni dove conduceva atelier di pittura, curando allestimenti di esposizioni di Art Brut tra le quali le più rappresentative quelle tenutesi presso le Fonderie Limone e la Venaria Reale.
Parallelamente alla formazione artistica di base presso il Liceo Artistico “R. Cottini” ha approfondito la sua ricerca con Sandro Beltramo.
Attualmente tiene seminari presso l’Università degli studi di Torino “Dipartimento di Psicologia” che trattano il disagio espresso attraverso il corpo e la mente nei suoi aspetti diagnostici e terapeutici.
Espone in Italia e all’estero e i titoli di alcune delle mostre personali scandiscono le tappe della sua ricerca pittorica: “I blu del blu”, (Galleria La Rocca, 1995) ovvero il mare dove l’artista è nato, che diviene mare-simbolo, rappresentato attraverso dissezioni delle profondità sempre più recondite e trasfigurate.
“Pagine corali” (Materima, Casalbetrame, 2002) , dove la solitudine della prima fase, incomincia ad animarsi di frammenti di testi che trovano la loro collocazione in uno spazio pittorico che ora è sfondo, ora è protagonista, in un continuo dialogo tra le superfici. Le figure incontrano le parole, le attraversano e ne sono attraversate, in un confine mai definito.
In “Omero il cantore esterno” (Galleria Gard, Roma, 2010), l’uomo incontra il mare e la terra, nel declinarsi, ancora, di solitudini e di “pagine corali”.
“Lo sguardo di Prometeo- Eroi” (Sala Convegni, Agrigento, 2017) in cui Saro Puma attraversa nuovamente racconti di miti, li rilegge in chiave pittorica e realizza immagini di corpi e di sguardi, verso il cielo irraggiungibile degli dei (Prometeo), imprigionato verso se stesso (Narciso), in una pacatezza sognante, rotonda e quasi materna (Cafè Muller).

Opere esposte

PadreMadre, 2011, tecnica mista su tela, 120×120 cm
L’abbraccio vuoto, 2019, tecnica mista su tela, 100×120 cm
Agamennone, 2018, tecnica mista su tela, 100×120 cm

Il filo conduttore delle tre opere è l’attesa: il corpo che attende, il passato che attende di ricongiungersi con il presente, l’attore che attende il suo personaggio.