Silvano Costanzo

Silvano Costanzo (Balzola AL,1948)

Vive e lavora a Torino. Giornalista, storico, fotografo, artista autodidatta e curatore di eventi artistici e culturali. Come giornalista ha lavorato per molti anni a La Stampa. Come artista e come fotografo ha presentato mostre personali in molti Paesi europei. La Russia gli sta rendendo omaggio con una serie di esposizioni che, a partire dal Museo Manege di San Pietroburgo, hanno già portato le sue opere nel circuito delle Città Imperiali.
Nel 2011 ha fondato a Torino SPAZIOBIANCO, una realtà no profit che ospita artisti internazionali e progetti di arte relazionale e irregolare.
Collabora dal 2009 con la Città di Torino per progetti di inclusione attraverso l’arte rivolti a persone in situazione di fragilità.

Opera esposta

Effetti collaterali, 2017, installazione di dischetti di cotone colorati con acrilico su parete e su tela bianca, dimensioni correlate all’ambiente.

I dischi di cotone colorati, che ricoprono come in una nevicata muri e soffitti degli spazi nei quali vengono di volta in volta collocati, sono gli “avanzi” dei quadri dipinti dall’artista nel corso di due decenni. Sono, quindi, degli effetti collaterali dell’attività pittorica dell’artista. Essi sono stati usati per pulire i pennelli e, in origine, erano semplicemente degli scarti. Oggi, invece, quei dischi di cotone hanno assunto il ruolo inatteso e imprevisto di protagonisti mentre le tele sono tornate ad essere bianche.

“Gli effetti collaterali sono la conseguenza inevitabile di ogni azione. Non c’è progetto, né strategia, né calcolo che possa essere realizzato senza la concomitante produzione di effetti collaterali. Essi sono imprevisti, irrazionali, non voluti, non pensati. Sfuggono al nostro controllo come variabili impazzite. Nell’arte, gli effetti collaterali sono spesso il magma da cui nasce la creatività. Sono i passages da un pensiero ad un altro, dall’opera sperimentata a quella nuova e sconosciuta.
Sono i moti inconsci che ci spingono a rompere la corazza nella quale la creatività era rimasta imprigionata”
(Silvano Costanzo)